Filiera Italia all’Unfss+4 per portare il modello italiano al cuore del dibattito sui sistemi alimentari sostenibili dell’ONU

Filiera Italia ha preso parte al Vertice ONU sui sistemi alimentari (UNFSS+4) ad Addis Abeba, distinguendosi come unica rappresentante del settore privato agroalimentare accanto alle istituzioni, con un ruolo di primo piano nel dibattito globale su investimenti e resilienza dei food systems.

Intervenendo alla sessione plenaria di apertura, Luigi Scordamaglia ha avuto modo di illustrare proprio la visione e il modello di Filiera Italia e Coldiretti, che nasce dall’incontro tra il mondo agricolo e quello industriale, portando al centro dell’agenda internazionale un progetto unico nel suo genere: un sistema integrato che valorizza la qualità, la tracciabilità, la sostenibilità e il legame con i territori.
Grazie alla partecipazione di oltre 100 imprese leader del Made in Italy, Filiera Italia rappresenta oggi un riferimento per le Nazioni Unite, capace di mostrare come la collaborazione tra produttori agricoli e industria alimentare possa generare un sistema equilibrato e competitivo, attento a tutti gli anelli della catena del valore, tanto dell’agricoltore quanto del consumatore e rispettoso delle risorse naturali.
La presenza al vertice ha permesso inoltre a Filiera Italia di presentare all’ONU progetti concreti di cooperazione agricola, sviluppati insieme a Bonifiche Ferraresi, che puntano a trasferire competenze, tecnologie sostenibili e strumenti di gestione delle risorse idriche in Africa con l’obiettivo di creare filiere locali rigenerative e resilienti, capaci di rafforzare la sicurezza alimentare e generare valore direttamente nei territori di produzione.
La partecipazione a UNFSS+4 ha segnato un passaggio strategico: per la prima volta il modello di Filiera Italia e Coldiretti è stato portato al cuore delle Nazioni Unite come proposta concreta di trasformazione dei sistemi alimentari globali. Un modello che, partendo dal valore delle filiere corte, delle materie prime genuine e della Dieta Mediterranea, diventa strumento di cooperazione internazionale e di diplomazia economica, offrendo un riferimento per costruire sistemi alimentari più equi, resilienti e inclusivi.
“Non basta produrre cibo: serve garantire cibo vero, sano e identitario. Il modello di Filiera Italia dimostra che questo è possibile, unendo agricoltura e industria in una partnership pubblico‑privata che supera l’assistenzialismo del passato e costruisce sviluppo condiviso”, ha sottolineato Luigi Scordamaglia.

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