SOSTEGNO ALL’UCRAINA MA NON SIANO GLI AGRICOLTORI E LE IMPRESE EUROPEE A PAGARNE IL PREZZO

È in fase di discussione finale la proposta di rinnovo del Regolamento (UE) ATM relativo alla sospensione temporanea di tutti i dazi doganali e dei contingenti tariffari per i prodotti di origine vegetale, animale, metalli, prodotti chimici, etc. – contenuti nell’accordo di associazione tra l’UE e l’Ucraina in vigore dal 2017 – per cui il PE ed il Consiglio UE dovranno raggiungere ad un accordo sul testo definitivo entro il prossimo giugno 2024. Rispetto all’attuale regolamento in vigore, la nuova proposta della CE prevede un meccanismo di salvaguardia rafforzato solo per i settori di pollame, uova e zucchero, per i quali se le importazioni superano la soglia media aritmetica dei quantitativi importati nel 2022 e nel 2023 verranno reintrodotti i contingenti tariffari in vigore prima della liberalizzazione del commercio.
La proposta è stata oggetto di voto in Coreper nei giorni scorsi, dove si è confermata ancora la posizione iniziale della Commissione Ue. Come Filiera Italia siamo intervenuti sia a livello nazione che comunitario per un irrigidimento di tali regole che, a causa delle massicce importazioni verso l’Ue, non tutelano a sufficienza il mercato europeo per una serie di prodotti agricoli, facendone crollare i prezzi domestici e rappresentando così una minaccia per la stabilità delle filiere.  In particolare, le richieste avanzate dalla nostra organizzazione riguardano innanzitutto il periodo di riferimento da considerare per l’applicazione della clausola di salvaguardia rafforzata, che non dovrebbe essere applicata rispetto agli anni 2022-2023 bensì dovrebbe tener conto anche di quelli precedenti caratterizzati da una situazione commerciale non influenzata in maniera considerevole dall’aumento delle importazioni verso l’Ue. Per quanto riguarda i settori a cui applicare la suddetta clausola, auspichiamo inoltre un’applicazione della salvaguardia anche ad altri settori che possono essere a rischio di forti perturbazioni nel mercato interno in seguito alle importazioni degli stessi prodotti dall’Ucraina, a partire dai cereali, i semi oleosi e le sementi.
Altro aspetto su cui stiamo lavorando per esigere maggiore chiarezza è la vera e propria esplosione del quantitativo di grano importato dalla Turchia nell’ultimo anno, la cui vera origine è in realtà da approfondire meglio (Russia?).

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