Via libera del Consiglio Ue sui dazi maggiorati per il grano russo. Il provvedimento, che entrerà in vigore a partire dal 1° luglio, rappresenta una misura a tutela dei produttori italiani ed europei ma soprattutto della sicurezza del nostro continente.
In particolare, vengono introdotte nuove tariffe per le importazioni di cereali, semi oleosi e prodotti derivati nonché di palette di carico di polpe di barbabietole e piselli secchi originari della Federazione russa o della Repubblica di Bielorussia, o esportati direttamente o indirettamente da tali paesi in modo da essere soggette a dazi doganali più elevati rispetto a quelle provenienti da altri paesi terzi ogniqualvolta i dazi doganali attualmente applicabili siano pari a zero o non siano sufficientemente elevati.
Per tali prodotti il dazio doganale sarà fissato a un livello più elevato di 95 euro/t o a un dazio ad valorem del 50 %, a seconda della natura del prodotto (95 euro/t per i cereali; un dazio ad valorem del 50 % per i semi oleosi e per i prodotti derivati derivanti da una concentrazione del prodotto di base). Inoltre, per tali merci originarie o esportate dalla Federazione russa e dalla Repubblica di Bielorussia sono vietati gli accessi ai contingenti tariffari dell’Unione che potrebbero consentire l’accesso a un livello inferiore rispetto alle nuove tariffe proposte. Si tratta di un freno concreto alle importazioni scorrette e incontrollate che hanno visto quelle di grano russo verso l’Italia raggiungere lo scorso anno il +1000% secondo le stime del centro studi Divulga. In tale direzione di tutela del mercato europeo e delle imprese dell’agrifood di eccellenza, risulta sempre più urgente investire a livello nazionale nelle filiere agroalimentari più strategiche, che possano garantire qualità, sicurezza per i consumatori e cittadini, una giusta remunerazione ed un alto grado di innovazione e sostenibilità ambientale; elementi chiave che possono essere messi a sistema in un percorso virtuoso delle aziende attraverso i contratti di filiera.