Prezzi: Scordamaglia, “Rischio chiusura PMI per incremento costi di produzione. Aumento temporaneo dei prezzi di vendita giustificato”

“Promuovere il consumo di cibo Made in Italy, accettando di spendere qualche centesimo di più”.

“Alcuni fenomeni internazionali inarrestabili, come l’aumento dei costi dell’energia del 500% e dei materiali di imballaggio del 100%, oltre all’incremento costante del costo delle materie prime, insieme a fenomeni speculativi e di accaparramento, incidono significativamente sul costo di produzione e stanno provocando un aumento del prezzo di alcuni beni di prima necessità” (caffè +80%, cereali 60%, zucchero e cacao +30%). Ad affermarlo è Luigi Scordamaglia, Consigliere delegato di Filiera Italia, intervenuto ad Unomattina-Rai1, che continua: “l’effetto conseguente è che migliaia di PMI, che per il 90% hanno meno di nove dipendenti, non possono fare a meno di trasferire una parte dell’aumento dei costi sul prezzo finale dei prodotti venduti al fine di evitare la chiusura definitiva, che genererebbe enormi crisi occupazionali”. In questo contesto, Scordamaglia ricorda che, da parte di Filiera Italia, è stato chiesto al Governo di tamponare i costi dell’energia attraverso un meccanismo emergenziale, per aiutare le imprese della filiera.  A fronte di questo scenario, il Consigliere delegato di Filiera Italia afferma: “serve più produzione agricola nazionale per contrastare fenomeni speculativi di accaparramento internazionali, come quello cinese secondo cui il Paese stoccherà nel corso dell’anno il 60% del riso mondiale ed il 70% del mais”.
Sull’importanza di promuovere il consumo di cibo italiano, aggiunge inoltre Scordamaglia: “al rilancio della produzione nazionale risulta importante fare comprendere al consumatore di spendere qualche centesimo di più per fare il bene del Paese e di stessi mangiando sano”.
Riguardo all’incremento dei prezzi e le previsioni per l’anno in corso, conclude il Consigliere delegato confermando un possibile aumento nei primi sei mesi, sebbene contenuto, dei prezzi dei prodotti – dovuto al costo dell’energia che strutturalmente rimarrà alta.

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