UE: aggiornamento sui principali dossier europei

Nel corso dell’ultima Plenaria svoltasi a Strasburgo dal 22 al 25 aprile in vista delle elezioni europee, il Parlamento europeo ha espresso la sua posizione su importanti dossier che ci hanno visti impegnati negli ultimi mesi a tutela dell’intera filiera agroalimentare nazionale.

Misure temporanee di liberalizzazione di prodotti importati dall’Ucraina
Il Parlamento europeo ha votato a favore del regolamento che proroga la sospensione dei dazi all’importazione e delle quote sui prodotti agricoli ucraini per un altro anno, fino al 5 giugno 2025.
Maggiore salvaguardia dalle importazioni ucraine verso l’Ue per i settori del pollame, uova, zucchero, avena, semola, mais e miele. Se le importazioni di questi prodotti superano la media dei volumi delle importazioni registrate nella seconda metà del 2021 e in tutto il 2022 e il 2023, le tariffe doganali potranno essere nuovamente imposte. Seppur l’esito finale non risponde appieno alle nostre istanze di escludere dalla temporanea liberalizzazione dei prodotti anche il frumento il cui export “senza regole” rischia di creare gravi distorsioni all’interno del mercato europeo dei cereali, la Commissione dovrà intervenire e imporre – in base al nuovo Regolamento – tutte le misure che ritiene necessarie in caso di perturbazioni significative del mercato europeo o dei mercati di uno o più Stati membri dell’UE a causa delle importazioni ucraine, a partire proprio frumento. A questo punto, dopo essere stato adottato definitivamente dal Consiglio, il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale, prima di entrare in vigore il 6 giugno 2024.

Regolamento Imballaggi e rifiuti di imballaggio
Il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva il nuovo testo, confermando quanto già definito in occasione dell’ultimo accordo di trilogo.
Abbiamo tutelato alcuni temi di nostro interesse (vino, latte, florovivaismo, bioplastiche totalmente biodegradabili, fino all’introduzione della clausola di reciprocità – per la prima volta ottenuta all’interno di un regolamento europeo) superando la posizione ostile della Commissione la cui proposta iniziale avrebbe avuto un effetto del tutto devastante sulle imprese agroalimentari italiane.
Ciononostante, alcune questioni a partire dai divieti per gli imballaggi per l’ortofrutta – per cui il Regolamento prevede una deroga nazionale secondo specifici requisiti – ci impegneranno nei prossimi mesi a migliorare il testo con il nuovo Parlamento e la Commissione europea, considerando il rinvio dell’entrata in vigore al 1° gennaio 2030. Prima di essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale UE ed entrare in vigore, l’accordo dovrà essere approvato formalmente anche dal Consiglio.

Stop lavoro forzato, via libera del Parlamento europeo al nuovo regolamento Ue
Il Parlamento europeo ha adottato definitivamente il nuovo regolamento Ue che vieta la vendita, l’importazione e l’esportazione di beni realizzati utilizzando quella che è una moderna forma di schiavitù. Per il settore agroalimentare, si tratta di una prima risposta concreta a tutela dell’intera filiera e dei consumatori. A partire dal concentrato di pomodoro cinese, caso eclatante su cui continuiamo ad avanzare azioni di tutela, sono diversi i cibi che entrano nel nostro Paese su cui grava l’accusa di essere ottenuti dall’utilizzo del lavoro forzato. Ora sarà importante continuare in tale direzione affermando il principio di reciprocità per tutti gli alimenti in commercio nella Ue che non rispettano ancora le stesse regole sul piano della tutela dell’ambiente e della sicurezza dei consumatori. In questo contesto, risulta fondamentale il tema sull’origine degli alimenti, per cui Coldiretti è scesa in campo con la grande mobilitazione #nofakeinitaly volta a far approvare una legge europea di iniziativa popolare – che sosteniamo fortemente – per l’estensione dell’obbligo dell’indicazione in etichetta su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione Europea.

Direttiva pratiche commerciali sleali nelle filiere agroalimentari, Filiera Italia si candida componente del nuovo Osservatorio della filiera agroalimentare dell’Ue – Afco
La Commissione europea ha pubblicato una relazione sull’attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali (Utp), attraverso le norme di recepimento nazionali dei Paesi membri, che per l’Italia è il nuovo D.lgs. 198/2021 il quale rafforza notevolmente il quadro normativo per la tutela dei player della filiera, a partire dai divieti di vendita sotto i costi di produzione, di applicazione delle aste elettroniche e promozioni a danno dei fornitori. 
Le pratiche commerciali sleali più frequentemente rilevate a livello europeo sono state: i ritardi di pagamento per prodotti agricoli e alimentari deperibili e non deperibili (50% e 13%), pagamenti non correlati a una transazione specifica (7%), pagamenti richiesti al fornitore per azioni di marketing (7 %) così come per lo stoccaggio, l’esposizione e l’elenco (7%). Al fine di rafforzare la tutela degli operatori da pratiche commerciali illecite nelle filiere agroalimentari, la Commissione europea (la quale intende proporre nuove norme sull’applicazione transfrontaliera delle pratiche commerciali sleali entro la fine del 2024) ha recentemente lanciato l’istituzione dell’Osservatorio della filiera agroalimentare dell’Ue (Afco) per ottenere maggiore trasparenza su prezzi, struttura dei costi e distribuzione dei margini e del valore aggiunto nella filiera agroalimentare – a cui Filiera Italia si è candidata tra gli stakeholder come componente del tavolo UE.

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